Dalla primavera del 2018, a due anni dalla “Dichiarazione” UE-Turchia, con la chiusura di ogni canale di ingresso legale nell’UE, con l’aumento dei respingimenti e della violenza da parte delle autorità croate e con il totale fallimento delle liste di attesa per accedere in Ungheria, la Bosnia ed Erzegovina (Bih) è diventata il nuovo crocevia per entrare in UE da parte dei rifugiati provenienti dalla aree di conflitto e di elevata instabilità politica del Medio-Oriente, in particolare da Siria, Afghanistan, Iraq e Pakistan.

A fine 2020 sono quasi 70.000 le persone transitate in Bosnia e registrate nei centri di accoglienza; a fronte dei cospicui finanziamenti europei (solo nel 2020 sono stai 13.8 milioni di Euro), la Bih non ha creato strutture di accoglienza sicure ma piuttosto di infima qualità, lontano dai paesi, ad oggi sono circa 3220 i migranti adulti e minori, che sopravvivono nei boschi intorno a Bihac, abbandonati a loro stessi, isolati e bisognosi di tutto.

progetto bosnia
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BREVE DESCRIZIONE DELLE ESPERIENZE MATURATE NEL TERRITORIO DI INTERVENTO

Da gennaio 2021 l’associazione porta aiuti umanitari in Bosnia, precisamente nella città di Bihac, dove è più drammatica la situazione dei profughi che arrivano dalla rotta balcanica, con molta fatica abbiamo creato un corridoio umanitario che ci ha permesso di costruire un rapporto di fiducia che poi è diventato gemellaggio con

l’associazione locale SOS Bihac, nostro partner.

BREVE DESCRIZIONE DELLE ESPERIENZE MATURATE NEL TEMA/SETTORE DI INTERVENTO

Le esperienze maturate nel settore di intervento di solidarietà umanitaria sono soprascritte per gli ultimi tre anni, ma l’associazione è presente con generosità e competenza dal 2008, portando aiuti umanitari corrispondenti alle aree geografiche dove era presente con il Rally Team.

Per esempio in concomitanza della missione bosniaca eravamo anche presenti in Croazia nelle zone terremotate di Glina e Petrinja.

 

SOS BIHAC: LA NOSTRA ASSOCIAZIONE GEMELLATA NATA DALLE MACERIE DELLA GUERRA IN JUGOSLAVIA…

“Per me non è difficile capire questa situazione perché eravamo nelle stesse condizioni – spiega Zlatan Kovacevic, presidente dell’Associazione di volontariato “Sos Bihac” –  eravamo in guerra. Abbiamo visto i nostri bambini morire. Ma questo mi dà la forza di aiutare le persone nella stessa situazione. Non riesco a vederla come il 90% delle persone in Europa. Io devo aiutare”

Queste le parole di Zlatan Kovacevic, che ha fondato l’associazione “Sos Bihac” 4 anni fa, Zlatan ha alle sue spalle una storia personale dolorosa ma questo dolore cominciato giovanissimo a 14 anni, quando una mina antiuomo gli fece perdere una gamba, Zlatan è riuscito a trasformarlo in aiuto, prima fondando un sindacato dei mutilati da mine, poi creando una sala giochi e centro di aggregazione per i figli dei mutilati, perché le scuole in Bosnia, durante la guerra erano chiuse.

Quando iniziarono ad arrivare flussi consistenti di migranti che fuggivano dalla guerra, ha sentito il bisogno di dare un aiuto concreto a questi ultimi, fondando l’associazione “Sos Bihac”, nella quale si sono resi operanti anche gli stessi bambini del centro ludico che diventati adulti hanno seguito il loro secondo padre nel progetto umanitario per i migranti, ma non solo, anche per le famiglie in disagio economico residenti a Bihac, la situazione della popolazione della città è di estrema povertà, le stesse famiglie residenti si trovano a soffrire di disoccupazione, sembra che ancora si debba rialzare della guerra.

Ora l’associazione è impegnata nella distribuzione di cibo e vestiario, nel primo soccorso ed è riuscita ad ottenere il permesso di gestire un ambulatorio permanente all’interno del campo di Lipa.

Da gennaio 2021 collabora attivamente con “Energia & Sorrisi Odv”, la quale, oltre a portare aiuti umanitari con bilici di vestiario ed alimenti, è riuscita ad organizzare tre settimane di campo umanitario a Bihac con i propri volontari autofinanziati, scout, medici e persone volenterose che hanno dedicato il loro tempo per la causa dei migranti.

Progetti in corso:

  • Aiuto famiglie in disagio economico/sociale residenti a Bihac.
  • Ambulatorio permanente al campo legale di Lipa.
  • Distribuzione di alimenti e vestiario.

Progetti per il sostentamento e l’integrazione dei migranti:

  •  Campo di patate con formazione dei migranti.
  • Forno per la produzione di pane.
  • Lavanderia sociale per migranti, così da poter riutilizzare il vestiario.

 

 

IL NOSTRO SOGNO CONCRETO IN COMUNE

La presentazione del progetto “Bread for Life” sarà un pò particolare, è un progetto particolare perché ha in esso un profumo, il profumo del pane, che tutta

l’umanità conosce. Da Oriente ad Occidente il pane è l’elemento base della nutrizione, per noi cristiani il pane è simbolo di Cristo, il Pane della Vita.

Quando ci è stato proposto di creare un forno per produrre e dare quindi sostentamento ai fratelli migranti della rotta balcanica e alle famiglie bisognose di Bihac, noi, come associazione Energia & Sorrisi, ci siamo immediatamente appassionati a questo progetto.

La nostra è un’associazione di persone volenterose che spendono il loro tempo per gli ultimi, non potevamo tirarci indietro!

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Lo spirito che ci ha guidato ed ispirato è quello dell’economia della fraternità di Papa Francesco.
Proprio il Santo Padre indica la solidarietà come “come virtù morale e atteggiamento sociale, frutto della conversione personale, esige un impegno da parte di una molteplicità di soggetti…” (“Fratelli tutti” di Papa Francesco).
E proprio perché il servizio guarda sempre il volto del fratello non è mai ideologico, dal momento che non serve idee ma persone.
Noi, gli occhi di quelle persone, di quei fratelli sofferenti, di quei bambini affamati, li abbiamo guardati, e non siamo stati più gli stessi.
Il macrocosmo che trasmuta il microcosmo personale di ognuno di noi, dove la loro sofferenza diventa la nostra. Nel paragrafo “Diritti senza frontiere” il Papa ci spiega come nessuno possa essere escluso a prescindere da dove sia nato, i confini e le frontiere degli stati non possono impedire l’inclusione e la piena dignità dell’essere umano.

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Questo progetto riguarda anche la nostra associazione gemellata, “Sos Bihac” con la quale abbiamo stretto rapporti di fratellanza genuina e questo sta portando molto frutto, le tre settimane di missione umanitaria a Bihac da parte dei nostri volontari hanno fatto nascere amicizie e collaborazioni sane.

La miseria, anche locale, si supera specialmente attraverso la creazione di opportunità di lavoro differenziate come la formazione di panettieri, di manodopera inserita nel progetto “Bread for Life”.
Accogliere, proteggere, promuovere ed integrare non sono solo i verbi pregnanti della solidarietà ma una realtà a cui noi crediamo profondamente.

Promuovere l’inserimento sociale dei migranti, favorire così il ricongiungimento familiare e preparare le comunità locali ai processi di integrazione sono parti fondanti del nostro progetto.
Il pane del forno che andremo costruire, infatti, non sarà solo donato ma anche venduto ai supermercati e alimentari di Bihac, questo aspetto non va sottovalutato perché, porterà ad un auto-sostentamento che creerà sviluppo ed integrazione sociale.

Quando sarà completata la formazione, il pane sarà prodotto dagli stessi migranti, che potranno distribuirlo e venderlo oltre che donarlo ai loro fratelli bisognosi.

 

Lo possiamo chiamare anche il progetto dell’incontro, dell’opportunità di arricchimento e di sviluppo umano integrale per tutti.

E’ possibile sognare un’altra umanità, sognare la vera via della pace se partiamo “…da un’etica globale di solidarietà e cooperazione al servizio di un futuro modellato dall’interdipendenza e dalla corresponsabilità nell’intera famiglia umana” (da “Fratelli tutti”).
“In realtà, siamo tutti sulla stessa barca e siamo chiamati ad impegnarci perchè non ci siano più muri che ci separano, non ci siano più gli altri, ma solo un noi, grande come l’intera umanità” (Papa Francesco)